Argentina, Gran Chaco in fiamme per soia OGM e bovini da carne. #Buycott


10/08/2019

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Gran Chaco. Foreste in fiamme, monocolture inondate da pesticidi, desertificazione. Il rapporto di Greenpeace Argentina, Slaughtering the Forest. #Buycott soia OGM, olio di palma e anche carni del continente americano.

Gran Chaco, foreste in fiamme e disastri alluvionali

Il Gran Chaco – in Argentina e Paraguay, Bolivia e un breve tratto di Brasile – ospita la seconda foresta del Sud-America dopo l’Amazzonia. E la più estesa dry forest, un ‘deserto verde’ di origine millenaria. Foreste pluviali ma anche savane, paludi e campi di salnitro, fiumi e corsi aridi. 3.400 specie di piante, 500 specie di uccelli, 220 tra rettili e anfibi, 150 mammiferi tra cui il giaguaro, il simbolico felino di cui oggi residua una ventina d’esemplari. Qui e in altre tre zone (Santiago del Estero, Salta, Formosa) si concentra l’80% della deforestazione in Argentina, che nel 2015 ha raggiunto il 9° posto nella top ten stilata dalla FAO. (2)

Soia transgenica e bovini da macello sono i driver della deforestazione selvaggia, secondo il rapporto ‘Slaughtering the Forest. Pubblicato da Greenpeace Argentina, a luglio 2019, dopo un anno di inchieste. La devastazione di habitat e vegetazione autoctona, tra l’altro, ha pregiudicato la la capacità dei terreni di assorbire le violente piene di fiumi e torrenti. (3)

Tonnellate di agrotossici vengono così trascinate nelle acque fluviali verso i bacini idrici di approvvigionamento delle condutture pubbliche, così avvelenate. Alcuni sindaci, come quello di Gancedo, provano a riacquistare le risorse già privatizzate, per mitigare gli effetti dell’inquinamento e impedire le irrorazioni in aree contigue, ma è già troppo tardi.

I terreni con foreste native assorbono molta più acqua rispetto ai terreni con semi di soia, poiché non hanno quasi radici. Ecco perché parliamo di desertificazione, perché la soia trasforma il suolo in qualcosa di non permeabile’ (4)

L’erosione del vento è un’altra conseguenza delle deforestazioni in atto. L’assenza di barriere naturali sospinge la sabbia ovunque, con grave pregiudizio anche all’agricoltura di sussistenza delle comunità locali. Anche perciò le colture tradizionali devono cedere il passo alle monocolture sottoposte a fertilizzanti e pesticidi di sintesi. (5)

 

Geopolitica e crisi ecologica


La battaglia dei dazi riaccesa nelle ultime settimane da Donald Trump nei confronti della Cina sta stimolando i latifondisti argentini ad accelerare l’ecocidio nel Gran Chaco. Il primo produttore di carni suine è costretto a cercare nuovi fornitori di soia e i fazendeiros brasiliani – che pur si affrettano a deforestare l’Amazzonia per coltivare più soia OGM  – non bastano a compensare la perdita delle immani forniture a stelle e strisce.

Le rese inaspettatamente basse della soia OGM brasiliana aggravano ulteriormente la voracità dei colossi argentini, i quali proprio ora – in vista delle elezioni generali del 27.10.19 – potranno negoziare coi candidati politici lo sterminio del Chaco, in nome del rilancio economico. (6) Le scorte di soia del Brasile sono infatti diminuite dell’80% circa, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Con un discreto calo delle esportazioni (-8% in generale, -11% in Cina) e un crescente aumento dei prezzi.

 

#Buycott! Soia OGM, olio di palma e carni bovine d’oltreoceano

L’esportazione di carne bovina in Europa e Israele è altra primaria causa del disastro ecologico in atto. Secondo i dati raccolti da Greenpeace, la carne argentina viene venduta a prezzi elevati, motivati dalla sua qualità in apparenza alta. Fatti salvi i suoi ‘effetti collaterali’, come sopra descritti. Il mercato, così come in Brasile, è concentrato nelle mani di pochi, che lo dominano attraverso imprese controllate e intese commerciali.

Cresud ad esempio, nella provincia di Salta, ha una vasta rete di macelli, esporta carni bovine e le fornisce ad altre società di esportazione. Oltre a gestire piantagioni e allevamenti di bestiame. (7) La Frigorífico Bermejo SA, nel Chaco, a sua volta ottiene il bestiame sia dai grandi produttori di Salta (Cresur e Desdelsur) che da Inversora Juramento.

Lidl e Metro, a loro volta, vendono proprio la carne di Exportaciones Agroindustriales Argentinas-Carnes Pampeanas, controllata di Cresud. Avranno la loro convenienza, senza dubbio. Ma è lecito sospettare la fondatezza delle loro professioni di fede sulla sostenibilità socio-ambientale dei loro approvvigionamenti. (8) Che difficilmente resisterebbero al vaglio delle Linee Guida ISO 20400.

L’approvvigionamento sostenibile [è quello che] ha gli impatti ambientali, sociali ed economici più positivi possibili, durante l’intero ciclo di vita’ (ISO 20400:2017).

Quale sostenibilità nelle carni di bovini che pascolano sui terreni all’uopo deforestati, nutriti con soia OGM di Amazzonia, Cerrado e Gran Chaco inondata da pesticidi? E quale sostenibilità nelle carni di bestiame che deriva da clonazioni non tracciate, trattato con antibiotici e anabolizzanti, nutrito con farine animali?

Alla complicità dell’Europa con i protagonisti di crisi sociali ed ecologiche senza pari – tollerate senza riserve nei trattati tossici siglati da Jean Claude Juncker (9) – rispondiamo con la richiesta di notizie certe in merito all’origine di tutte le carni servite dalle collettività (ristoranti, mense scolastiche e ospedaliere, catering). E con il boicottaggio degli acquisti.

#Buycott! #Basta #soiaOGM, #oliodipalma, #carnibovine dal continente americano. #NotInOurName, #NonInNostroNome! Le associazioni che proclamano di rappresentare la #societàcivile si uniscano a noi, per una battaglia di civiltà che non rinuncia al #Rispetto dei diritti umani fondamentali, del benessere animale e degli ecosistemi.


#Égalité!


Dario Dongo


 
Note

(1) COMEX, 8.8.2019, iProfessionalArgentina, en la mira de China para importaciones de soja
https://www.iprofesional.com/index.php/comex/297480-estados-unidos-exportacion-Argentina-en-la-mira-de-China-para-importaciones-de-soja

(2) Laddove il Brasile, già sotto la presidenza di Michel Temer, ha raggiunto il primo posto nella classifica planetaria delle deforestazioni (984mila ha/anno, nel quinquennio 2010-2015). Seguito a ruota dal leader globale dell’olio di palma, l’Indonesia (684mila ha, nello stesso periodo. Sul versante opppsto si staglia invece la Cina, con 1,542 milioni di ettari di nuove foreste ogni anno.Cfr. FAO, Global Forest Assessment 2015, http://www.fao.org/3/a-i4793e.pdf

(3) José Valentin Derewicki, Cambio climático, deforestación e inercia: cóctel explosivo para el futuro del Chaco, 9.8.19, http://www.diarionorte.com/suple/178109/se-acorta-el-tiempo-para-un-gran-chaco-americano-sustentable

(4) Prensa Fol, La deforestación es una de las principales causas de las inundaciones que afectan a Chaco, 24.4.19, https://argentina.indymedia.org/2019/04/24/la-deforestacion-es-una-de-las-principales-causas-de-las-inundaciones-que-afectan-a-chaco/ 

(5) V. nota 2

(6) A riprova della falsità delle promesse su ipotetici incrementi di resa delle colture OGM. Per approfondimenti, si fa richiamo al nostro ebook gratuito ‘OGM, la Grande Truffa’, su https://www.greatitalianfoodtrade.it/libri/ogm-la-grande-truffa

(7) Oltre che in Argentina, anche in Bolivia, Brasile e Paraguay

(8) Lidl dichiara di avere recentemente avviato un cambiamento delle sue politiche di approvvigionamento, su https://www.lidl.it/it/csr-commercio-responsabile.htm.
Anche Metro, sul proprio sito internet, prova a rassicurare i clienti con narrando di filiere tracciabili ed ‘eque’ per animali e lavoratori, https://www.metro.it/metro-piu/piu-servizio/materie-prime/carne

(9) Sui trattati tossici conclusi e portati avanti dalla Commissione Juncker si vedano i precedenti articoli, e altri da ricercare attraverso parole-chiave sul nostro sito:
– Canada, CETA https://www.greatitalianfoodtrade.it/idee/ceta-l-autunno-della-democrazia,
– Giappone, JEFTA https://www.greatitalianfoodtrade.it/idee/accordo-ue-giappone-il-cambiamento-s-è-perso,
– USA, TTIP https://www.greatitalianfoodtrade.it/mercati/ttip-via-libera-dell-europa-ai-nuovi-negoziati,
– Indonesia, CEPA https://www.greatitalianfoodtrade.it/consum-attori/olio-di-palma-fuori-dall-accordo-ue-indonesia-petizione.
Altre riflessioni su https://www.greatitalianfoodtrade.it/idee/ttip-e-altri-accordi-di-partenariato-riflessioni

 
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Informazioni sull'autore
 
Dario Dongo
Dario Dongo, avvocato e giornalista, PhD in diritto alimentare internazionale, fondatore di WIISE (FARE - GIFT – Food Times) e cofondatore del Fatto Alimentare.
 

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