Una mostra sul «land grabbing», ultima versione del neocolonialismo

Corriere Della Sera| 5 May 2015

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Il documentario «Land Grabbing or Land to Investors?» che sarà proiettato subito dopo l’inaugurazione della mostra, punta il dito contro questo fenomeno.
Una mostra sul «land grabbing», ultima versione del neocolonialismo

La ricerca di Alfredo Bini si è concentrata sull’Etiopia, l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi: la fotografia è accompagnata da ampi testi esplicativi.

Il termine land grabbing («terra carpita, accaparrata») si riferisce agli accordi aventi a oggetto l’affitto di milioni di ettari di terreno da parte di multinazionali dell’agribusiness, di potenti gruppi finanziari o di agenzie governative straniere, principalmente appartenenti a Paesi quali l’Arabia Saudita, la Cina, la Corea del Sud, il Qatar, gli Emirati Arabi. Tale operazione – che in Africa vede coinvolti paesi come il Madagascar, il Ghana, il Mozambico, il Sudan e l’Etiopia – non mira certo a «nutrire il pianeta» (come vuole il titolo dell’Expo di Milano) bensì ad arricchire le multinazionali che investono e ad avvantaggiare i paesi ricchi.

Il land grabbing si presenta insomma come un’ultima versione del neocolonialismo, che priva della loro terra i pastori e i piccoli coltivatori locali, oltre a comportare l’abbattimento di foreste, l’erosione del suolo, l’accaparramento dell’acqua e la perdita della biodiversità. La ricerca di Alfredo Bini – che si è concentrata, a titolo d’esempio, sull’Etiopia, l’Arabia Saudita e gli Emirati Arabi – ha voluto documentare tale complessa e problematica realtà attraverso un’indagine approfondita, in cui la fotografia, accompagnata da ampi testi esplicativi, si nutre di uno sguardo lucido, proteso a comprendere le cause e lo sviluppo di questo fenomeno.

Il documentario «Land Grabbing or Land to Investors?» che sarà proiettato subito dopo l’inaugurazione della mostra, punta il dito contro questo fenomeno. La monocultura toglie la terra alle popolazioni e non può essere considerata sviluppo perché non aiuta i paesi a raggiungere l’autosufficienza, ma li orienta verso l’esportazione mettendo a rischio la loro sicurezza alimentare. Botta e risposta tra investitori e attivisti che si smentiscono, ma le immagini del film parlano da sole.

Galleria San Fedele (via Ulrico Hoepli, 3a/b, Milano)

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